Jean Marie Lehn Spesso, purtroppo, l'onore del Premio Nobel arriva solamente parecchi anni dopo le scoperte e gli studi che ne hanno giustificato l'assegnazione. E spesso il 'laureato' Nobel reca necessariamente con sé una età piuttosto veneranda. Questo non è il caso di Jean Marie Lehn, studioso dell'Università di Strasburgo, in Francia, che a metà dei suoi 40 anni ha ricevuto (siamo nel 1987), in compartecipazione con altri due studiosi, il Premio Nobel per la Chimica per lo sviluppo ed utilizzo di molecole con interazioni specifiche ad alta selettività. Cosa significa ciò e perché è così importante per il progresso umano e, come vedremo, anche per la Scienza dei Materiali? Il concetto è molto più semplice di quanto si possa immaginare. Come una chiave si inserisce in una, ed una sola, serratura, così molecole organiche si riconoscono, in maniera selettiva, e si 'incastrano' l'una nell'altra. Ma il risvolto importante non è nell'azione, ma nella causa. La chiave e la serratura da sole non hanno alcuna funzione. Servono entrambe, ma isolate sono totalmente inutili. Solo quando la chiave si inserisce nella serratura, la funzione di 'apertura della porta' viene eseguita. Cosi fanno le molecole quando si riconoscono in maniera selettiva: importanti funzioni, in tutti i campi della natura e della moderna tecnologia, vengono svolte. Lehn, Cram e Pedersen hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento grazie ai loro studi pionieristici sui meccanismi che permettono alle molecole organiche di riconoscersi l'un l'altra. Il loro lavoro ha avuto, ha tuttora e, soprattutto, avrà nei decenni a venire, importantissime implicazioni in biologia, medicina e, non da ultimo, proprio nella Scienza dei Materiali. | |
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